Che la musica sia tra le arti maggiormente
evocative, è cosa nota. Costantemente presente nelle nostre giornate,
influenza, più o meno scientemente, la percezione del mondo che ci circonda,
generando una serie di emozioni, sensazioni, stati d'animo che influenzano il
nostro comportamento fino ad indurre il nostro organismo a delle vere e proprie
reazioni fisiche.
La risposta del nostro cervello all'ascolto
della musica è la produzione di dopamina, il neurotrasmettitore che ci regala
un senso di appagamento e benessere. Questo ci aiuta a sopportare meglio la
fatica fisica ed a rilassare la nostra mente nei momenti di particolare carico
emotivo.
Non a caso la musicoterapia viene impiegata,
con ottimi risultati, per il trattamento delle persone affette da disabilità
psicomotorie, da Alzheimer o in patologie neurodegenerative.
C'è un intervallo in musica che in
quest'ottica sembra avere un particolare successo: è l'intervallo di sesta
definito dal musicologo e semiologo Gino Stefani, "intervallo del
cuore" (Musica con coscienza, 1989).
Moltissimi brani famosi, dal tema di Love
Story alla Canzone Italiana di Sergio Endrigo, da Buonanotte Fiorellino ai più
famosi spot televisivi, contengono un intervallo di sesta e tutti risultano
essere particolarmente gradevoli e rassicuranti. È ancora più interessante
notare che qualsiasi intervallo di sesta, sia esso maggiore, minore, ascendente
o discendente, risulta essere melodioso, cantabile, generatore di dolcezza e
tenerezza.
Un'ulteriore particolarità consiste nel fatto
che l'intervallo di sesta è considerato "grande", ma senza eccedere,
ampio più di quelli "medi" o "giusti" di quarta o quinta,
quindi in qualche modo anomalo, difficile da realizzare, impegnativo da
cantare. Eppure risulta il più gradevole e melodioso capace si stimolare il
cervello a quelle reazioni biochimiche che ci rassicurano come un abbraccio.
La biosemiotica, che indaga i fenomeni del
linguaggio sia in termini culturali che in quelli naturali, magari un giorno
chiarirà la rispondenza tra l'intervallo del cuore e le reazioni fisiche del
nostro cervello. Nel frattempo godiamocelo tutto.
(comparso sul numero di ottobre 2019 de "Il Giornale dei Biologi")