Tuttavia tali servizi, non sono in grado di
rispondere ai bisogni sempre più complessi delle persone, se non si intersecano
ed interagiscono con una rete di risorse fornite dalla comunità territoriale, organizzate in maniera più o meno strutturata.
I servizi erogati
dagli enti pubblici, direttamente o attraverso organizzazioni accreditare,
possono, ad esempio, prevedere l’assistenza domiciliare o presso strutture
adeguate di persone con problemi di salute, di mobilità o anziani non
autosufficienti, a cui verrà garantita assistenza sanitaria e farmacologica.
Ma il
processo di affiancamento e di inclusione resterà limitato alla fruizione di
tali servizi se ad assi non si affianca la rete di intervento comunitaria
costituita dalle risorse e dalle competenze che ogni singolo individuo, ente o
associazione naturalmente possiede. Quindi i vicini di casa si renderanno
disponibili a dare una mano anche con piccoli gesti quotidiani; un centro
polifunzionale consentirà di svolgere attività sportive e ricreative che
faciliteranno il processo di inclusione sociale; la parrocchia con i propri
volontari offrirà occasioni di incontro e di scambio relazionale organizzando
passeggiate che, oltre ad offrire all'assistito la possibilità di vivere una
nuova esperienza, darà qualche ora di sollievo alla famiglia; ed infine il
territorio consentirà una mobilità senza ostacoli, dei luoghi di ritrovo
pubblici, delle strutture che facilitano i rapporti con la pubblica
amministrazione.
In questo scenario, le iniziative culturali
rappresentano uno dei momenti di maggiore aggregazione a cui partecipare
attivamente o come semplici fruitori: i laboratori teatrali, gli incontri di
lettura, i corsi di scrittura creativa, cori e gruppi musicali, sale
cinematografiche di comunità offrono la possibilità di relazionarsi e far
emergere i propri talenti sia come percorso terapeutico che come atti di
promozione delle persona, di empowerment,
di superamento dell’esclusione e, quindi, di inclusione e partecipazione.
Si realizza così
il “welfare culturale” che compie un
ulteriore passo in avanti rispetto alla mera erogazione di servizi, con lo
scopo di utilizzare tutte le risorse della comunità per promuovere, attraverso
la cultura, dei veri percorsi di inclusione e valorizzazione della persona.
Attraverso la
cultura si accresce quel capitale sociale che è fatto di relazioni e
collaborazioni che migliorano la qualità della vita del singolo e dell’intera
comunità.
La cultura è un
diritto fondamentale per ogni uomo e le iniziative culturali rappresentano non
solo una risposta ad una esigenza individuale, bensì un fabbisogno di tipo
collettivo, la necessità di coinvolgere e stimolare alla partecipazione attiva
ad eventi di cui beneficerà, direttamente o indirettamente, l’intera comunità.
Gli eventi
musicale, forse più di altri, offrono la possibilità di una maggiore fruizione
e capillarità per la capacitò di arrivare a chiunque ed in qualsiasi ambiente,
stimolando la partecipazione sia passiva che attiva. Ci si può limitare ad
ascoltare come semplici fruitori o se ne può prendere parte come produttori;
può rappresentare un momento di svago e di alleggerimento in momenti di
particolare tensione o divenire uno strumento terapeutico - la musicoterapia - particolarmente
efficace nel trattamento di patologie psico-motorie, in pazienti affetti da
sindrome di Down o Alzheimer.
Insomma,
una comunità competente, in grado di
far analizzare le problematiche ed individuare bisogni del proprio territorio,
sarà in grado di intessere quelle reti di relazioni che porteranno ad un vero e
completo percorso di inclusione sociale. Promuovere eventi culturali che
facilitano gli scambi interpersonali, consente di creare una comunità sensibile
alle problematiche altrui e maggiormente disponibile all'aiuto, generando un benessere
collettivo ed un senso di appartenenza al proprio contesto sociale.
Giuliano M. Vollaro