lunedì 24 giugno 2019

Cosa hanno in comune Musica e Fotografia?

Per qualche mese ho partecipato ad un corso di Fotografia Sociale organizzato dal CSV di Napoli. E'stata un'esperienza estremamente interessante sia sotto il profilo professionale che per quello artistico. 

Tralasciando gli aspetti puramente tecnici, mi sono chiesto cosa rende veramente uno scatto fotografico un'opera d'arte o, per lo meno, cosa lo rende interessante, individuabile, nel mare magnum delle immagini circolanti.

Le tecnologia digitali hanno reso la fotografia probabilmente il modo più immediato per esprimete una emozione, un sentimento, per condividere un'esperienza o un evento in tempo reale, senza filtri, con una facilità ed una immediatezza impensabile solo pochi anni fa.

La maggior parte degli attuali dispositivi mobili permette di scattare foto di ottima qualità, sia in "automatico" che in "manuale", grazie ad ottiche eccellenti talvolta prodotte da primari marchi di apparecchi fotografici. Con un minimo di pratica, è possibile ottenere immagini di alta qualità e grandi dimensioni, modificabili e lavorabili in post-produzione.

Parimenti gli apparecchi fotografici digitali, anche di dimensioni ultra-compatte, consentono di scattare con estrema facilità anche in condizioni difficili per luce, movimento ed elementi di disturbo.

Quindi la tecnologia digitale ci ha resi un po' tutti fotografi. Il che non è da considerasi necessariamente un danno né che la quantità vada inevitabilmente a scapito della qualità. Al contrario, la facilità di fruizione ha reso la fotografia la forma di linguaggio più idoneo a trasferire informazioni tanto complesse quanto immediate.

Ma veniamo al punto: cosa rende una fotografia unica ed il suo autore riconoscibile?
Sicuramente non è la perfezione tecnica a renderla tale. E neanche la spettacolarità di quanto ritratto, per quanto unico ed esteticamente piacevole possa essere.
Probabilmente quello che più influenza il nostro giudizio è la "composizione" che arriva alla mente prima che agli occhi. Una buona composizione rende la foto accattivante anche se a prima vista non ne cogliamo i dettagli. Spesso non ce ne rendiamo neanche contro ma l'equilibro tra gli elementi che costituiscono una immagine, catalizza la nostra attenzione ancor prima di distinguere gli elementi raffigurati.



Ma la composizione è il quadro d'insieme, è la cornice che racchiude una serie di elementi che, bilanciati correttamente, fanno si che l'immagine mostri più di quello che lo sguardo coglie, che il significato diventi significante, che la mente arrivi dove gli occhi non possono arrivare. 
         
Ed è qui che musica e fotografia si incontrano. Entrambe si concretizzano in una "composizione" di elementi che solo raramente trovano l'equilibrio perfetto e, come risucchiati in un buco nero, ci conducono nel non-luogo in cui smettiamo di vedere e di ascoltare per esplorare i meandri del non detto, dove i nostri sensi e la nostra ragione non erano mai giunti.

Musica e fotografia nella loro essenza mirano entrambe a mostrare il non mostrato, ad esortarci a mettere dall'altra parte dell'obiettivo o della tastiera, ad utilizzare la mente prima che i sensi.

In questo arduo compito la fotografia deve superare il muro dell'apparenza che ne facilita la fruizione ma rischia di limitare la profondità dei contenuti; per natura eterea, la musica deve scalfire il muro dell'inacessibilità del linguaggio per condurci oltre la raffigurazione del significato.

Ma questa è l'arte e pochi sono coloro i quali si distinguono in quanto artisti.